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Nell'Elogio della filosofia Merleau-Ponty avvia una riflessione su quale sia l'essenza e la funzione del pensiero filosofico sia nell'ambito del sapere e della cultura, sia più in generale nella vita. Il sapere filosofico ha la sua origine nella condizione costitutivamente umana del non-sapere, sul modello di quella esperienza socratica che da sempre alimenta e giustifica la tradizione della filosofia e la sua storia. Il rapporto dell'uomo con la verità, il suo modo di avere il mondo, l'espressione profonda della sua libertà vivono e sussistono solo nello scarto e sul fondamento della finitezza di ogni esperienza, nel suo carattere mai risolutivo e mai deciso. Il modo temporale dell'esistenza umana, cioè il suo tratto essenziale e peculiare, è affidato a una presenza mobile che apre continuamente la duplice prospettiva del futuro e del passato, come orizzonti liberi e disponibili a un processo di infinita interpretazione e invenzione. Nel suo "senso" la filosofia non è mai una dottrina, ma uno stile interpretativo in atto, un atteggiamento descrittivo rivolto al mondo e a noi stessi, e da questo punto di vista la filosofia è da sempre fenomenologica. (Dallo scritto di Carlo Sini)