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Con la presente antologia di "Varietà", a cura di Stefano Agosti, il lettore potrà farsi una idea sufficientemente completa dell'aspetto "pubblico" del pensiero di Valéry: e cioè del pensiero non più volto alla speculazione interiore, bensì applicato ai diversi oggetti (letterari, in primis) in cui si è imbattuto e che è stato sollecitato ad assumere. Ovviamente, dietro ogni applicazione, si profila e insiste la massa dell'ininterrotta speculazione in proprio (i "cahiers", appunto), di cui talvolta vengono portati direttamente sulla pagina pubblica i lacerti mobilissimi e variegati. E sarà proprio la tensione inesausta dell'esercizio conoscitivo che il lettore potrà ammirare anche qui, e non solo in argomenti o temi che le sono congenialmente affini (si veda, per il piano della riflessione pura, l'"Introduzione al metodo di Leonardo da Vinci" o il saggio su Descartes, e, per il piano più specificamente poetico, il testo su Mallarmé), ma anche là ove l'oggetto mentale sembra - o di fatto si pone - agli antipodi di Valéry. A questo proposito, nulla sarà più istruttivo dello scritto su Pascal, ove l'intelligenza di Valéry passa di provocazione in provocazione, in un deflagare continuo di sorprese e di paradossi della più incandescente sostanza concettuale.