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"La natura della mia opera è visionaria e profetica" scrisse William Blake. Sebbene i suoi riferimenti siano la Bibbia e la Cabbala, Swedenborg, gli studi esoterici, e quindi una visione eterodossa rispetto a quella - non solo religiosa - che caratterizzava il suo tempo, Blake intese perfettamente che le "oscure fabbriche di Satana" del paesaggio industriale contemporaneo erano costruite a immagine di una filosofia meccanicistica che negava il sacro e distruggeva ogni forma di trascendenza. L'acceso simbolismo, la spiritualità, la tensione religiosa dei "libri profetici", pazientemente composti a mano negli anni più difficili della Rivoluzione francese, mitizzano con drammatico impeto ma anche con lucidissima intuizione critica, problemi ancora vivi e irrisolti.