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"Pubblicato tra il 1795 e il 1796, il saggio "Sulla poesia ingenua e sentimentale" traccia il destino della poesia contemporanea. La poesia è certezza dell'impossibilità di realizzazione dei propri ideali; la sua "inattualità" è vita di un'utopia che le consente di ritrovare nella luce del sogno e del desiderio il suo vero e autentico fondamento. "Tutti i poeti che siano realmente tali, apparterranno o agli ingenui o ai sentimentali". "L'ingenuo è natura; il sentimentale aspira alla natura." Con questa distinzione Schiller compie una decisiva analisi sulle relazioni tra arte, natura e antropologia che inaugura la nostra riflessione sull'estetica filosofica." (Stefano Zecchi)