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L'esotismo di Chateaubriand nasce da una riflessione sulla storia che parte dall'individuo e approda a un patrimonio comune immaginario. "Atala e René" sono inspiegabili senza la Rivoluzione francese: rappresentano la reazione di un aristocratico alla violenza delle idee, la sua ricerca di una nuova etica nel sentimento e nella pietà. Portando il lutto della propria famiglia decimata, scontando a Londra la povertà e l'esilio, Chateaubriand scopre la morte di un mondo selvaggio genericamente qualificato "buono" dall'illuminismo e a tale morte ripara non con la volontà civile ma con l'abbandono alla trascendenza, alla religione. Se la fede domina i suoi personaggi, è per restituire loro una storia che è tensione costante tra mutamento e morte.