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La Torino che si sveglia all'indomani della «marcia dei Quarantamila» è una città diversa da quella ch'era andata a dormire la sera prima. Il tramonto del modello fordista che ne aveva garantito lo sviluppo dalla fine della guerra costringeva la capitale industriale d'Italia a reinventarsi un'altra volta, come nel 1864, quando la perdita del rango di capitale aveva imposto la ricerca di una nuova vocazione. Bisognava darsi nuovi orizzonti. Come sottolineava il sindaco Novelli nel 1982, «per la Torino del 2000 si tratta di mettere a punto operazioni non solo di carattere urbanistico, ma anche di tipo finanziario di grande respiro economico che possano, con il concorso d'idee a livello internazionale, determinare nuove occasioni di lavoro, nuove attività produttive, nuovi servizi, nuove attrezzature». Ed ecco, in questo libro, gli eventi torinesi degli ultimi quarant'anni: le grandi tragedie (il rogo del cinema Statuto, l'incendio della cappella della Sindone, il dramma della Thyssenkrupp), ma anche i mutamenti del costume, le profonde innovazioni urbanistiche ed economiche che ancora una volta hanno permesso alla città di cambiar pelle e di affacciarsi, rinnovata e bellissima, al nuovo millennio. Fino alle Olimpiadi del 2006 e alle celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità, simboli di uno straordinario rinnovamento. Fino alle crisi dell'oggi, quando i torinesi sono chiamati a una nuova ripartenza. L'ultimo capitolo del Novecento, il primo di una storia ancora da scrivere.