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C'è una terra sorprendente circa 60 km a sud di Milano, a cui è facilissimo accedere: basta attraversare il ponte sul Po. Quello è il varco da cui si entra in una storia avvincente, ancora in gran parte da scoprire: l'Oltrepò Pavese. Colline scolpite dal lavoro dell'uomo, pievi, complessi religiosi, ville ed edifici di diversi stili ed epoche. «Terra di vigne e di castelli» è stato definito questo lembo di Lombardia: sono ben 38 le fortezze medievali che ancora si ergono sul paesaggio. E non va dimenticato il fascino dei paesi fantasma, testimoni silenti della «civiltà del castagno». L'Oltrepò possiede anche un patrimonio naturale straordinario, un succedersi di ecosistemi che dal Po risale fi no alle cime appenniniche: un caleidoscopio di biodiversità oggetto di attenta tutela a due passi dalla più antropizzata pianura d'Europa. Infine, ma non ultima, l'enogastronomia: queste colline rappresentano uno dei territori italiani che più ha associato la propria identità al vino. L'Oltrepò Pavese è la terza denominazione mondiale per la produzione di pinot nero (quasi 4000 ha), la terza in Italia per ettari vitati (13.500), una delle zone spumantistiche italiane più vocate. E poi ci sono i tartufi ; i prodotti tipici dell'agricoltura, come il peperone di Voghera; i prodotti lavorati, come l'antico salame di Varzi; i piatti locali, come la schita, la mostarda di Voghera, la zuppa di Voghera. Oltrepò Pavese. Questa guida è un'occasione succosa per rivelare questi e tanti altri tesori al grande pubblico, più che mai ora, in un momento storico in cui si sta riscoprendo il turismo di prossimità, lento e sostenibile. A due passi dalle nostre città.