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Geoffrey Webb viene rapinato nel parcheggio di una sperduta stazione di servizio in Oklahoma. E questa situazione gli sta benissimo. Anzi, all'aggressore propone un affare: intascarsi i tremila dollari che ha nel portafoglio in cambio di cinque ore di automobile fino a Little Rock, Arkansas. Ha bisogno di confessarsi. E comincia a raccontare al rapinatore la sua strana, terribile storia. Qualche anno prima ha avuto un'illuminazione: «La religione è il lavoro più geniale mai inventato, perché nessuno perde soldi fingendo di parlare all'uomo invisibile che sta lassù». E dunque diventa cappellano di una chiesa battista di Little Rock, dove s'integra benissimo in un gruppo di giovani credenti ai quali propina i suoi sermoni. Tutto sembra filare liscio, ma poi incrocia Angela, la figlia del pastore, un'adolescente grassoccia, priva di fascino, il cui sguardo azzurro, vuoto, gli fa un effetto istantaneo. E quando lo sceriffo corrotto della città scopre la tresca clandestina, comincia una storia d'amore e di morte in cui Dio non c'entra proprio nulla, un inferno di violenze a catena. Perché il Male esiste e segue il suo corso casuale e implacabile, impossibile da fermare. Fino all'inevitabile, espiatoria conclusione. Una scrittura irriverente e diretta. Un'atmosfera singolare, un ritratto spietato dell'America profonda e della violenza iscritta nel suo codice genetico, una cruda riflessione sul male e sulla colpa.