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Siamo nel 1938. La via hitleriana verso la Germania nazionalsocialista è quasi alla meta. In cinque anni, il Fuhrer è riuscito a ricompattare lo spirito di una nazione allo sbando e a dirigerlo, costi quel che costi, verso un unico obiettivo: l'allargamento dello spazio vitale. Gli Stati democratici guardano con preoccupazione la corsa agli armamenti e la potenza finanziaria di una nazione di cui non riescono a comprendere né il progetto né il consenso. Alla Conferenza di Monaco, inglesi e francesi non si opporranno alla famigerata annessione dei Sudeti, scambiando per normale trattativa ciò che invece avrebbe portato alla tragedia della Seconda guerra mondiale. Tra chi si rifiuta di prenderlo sul serio e chi nascostamente lo appoggia come forza conservatrice, ben pochi riescono a intuire la reale portata del fenomeno nazista. Tra questi c'è Henri Lefebvre, giovane marxista che avrebbe poi avuto fortuna come sociologo urbano e come iniziatore degli studi sulle "strutture del quotidiano". Con questo libro Lefebvre vuole risvegliare la coscienza dei francesi per mezzo di un'analisi penetrante del substrato sociale e materiale del nazismo, individuandone le linee di indirizzo culturale e i nemici che si proporrà di eliminare: gli ebrei, i proletari, i francesi. Leggendo con chiarezza, nella direzione che andava prendendo la Germania, i sinistri presagi della Shoah.