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Il Re del Fiume d'Oro è un racconto lieve, una favola che John Ruskin dedicò alla futura moglie, Effie Grey, sorprendendola con una scrittura che vive dentro una fragilità incantata. Ma è davvero solo una favola? O è qualcosa di più? I "Fratelli Neri", Schwartz e Hans, sono gli imprenditori di un florido sistema di spoliazione radicale dell'habitat, delle persone e del loro lavoro; alla loro spregiudicatezza sembra arridere la fortuna apparentemente cieca che solo il mercato riserva al coraggio della cattiveria. Un sistema così congegnato non può che produrre ricchezza a esclusivo uso dei due "Fratelli Neri", escludendo tutti gli altri, i contadini per primi. Ci sarà bisogno di Gluck, il terzo dei fratelli, il più vessato e perdente ma in realtà il salvatore, attraverso la sua bontà, di un'etica dell'economia che ridistribuisce la ricchezza prodotta con una misura equa. Questa favola dall'intimo risvolto sociale, dove giustizia e dimensione religiosa convivono in un'etica solidale, spiega il senso della giustizia ai bambini di oggi, spesso distratti dalle infinite attrattive di un mondo che sempre più opera e si comporta come i "Fratelli Neri" della favola.