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Ci sono, nelle scienze umane, domande profonde. Sono domande che, nel corso dei secoli, hanno suscitato i miti dell'antichità, i riti che segnano il passaggio della conoscenza e della saggezza di generazione in generazione. Questa umanità "nascosta", liminale, abita in ciascuno di noi e si trasmette nelle comunità tramite i racconti, le piccole o grandi epopee della vita quotidiana. È qui che sorge la materia prima dell'esatta fantasia che costituisce il nostro sapere e, insieme, i nostri affetti. Questo libro è intessuto di tale materia, parla delle storie con la trama stessa che le costituisce. Storie che compongono la struttura della scienza, ma anche storie che emergono vive ai confini dell'Europa, nella Bucovina romena, dove ancora draghi, mostri, orchesse antropofaghe marcano la frontiera tra il mondo umano e la sylva naturalis della foresta. Memoria e oblio si intrecciano e si alimentano a vicenda, in questa avventurosa scoperta delle relazioni profonde che gli uomini e le donne hanno con le società che abitano e con il passato che, inevitabilmente, ritorna in forma di racconto o, talvolta, di doloroso sintomo. A far da cornice all'etnografia sociale qui proposta, interviene la grande poesia di Paul Celan, che dalla Bucovina apprese le prime suggestioni e i "materiali sonori" del suo canto.