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Prendendolo alla lettera, i dossier raccolti in questo libro raccontano una serie di indagini svolte, attraverso le pagine di alcuni insospettabili classici, alla caccia di un vampiro "innominato" che con il suo morso ha saputo contagiare autori come Manzoni, Kafka, Barrie e lo stesso Joyce. Alla luce tenebrosa della tradizione vampirica e in particolare del Dracula di Stoker, si manifestano così non solo le incontestabili ascendenze gotiche dell'innominato, ma anche il demonio che, nascosto tra le pieghe dei Promessi sposi, si aggira nella Milano del 1630 procurandosi adepti che trasformati in gatti penetrano per le finestre nelle abitazioni diffondendo la peste; la vampira baciatrice che ossessiona Stephen Dedalus nell'Ulisse; i fantasmi maligni di bambini morti dai quali Peter Pan ha ereditato le sue attribuzioni notturne e spettrali. Poe, dopo aver recensito il romanzo di Manzoni, ne ricavò un paio dei suoi più terrifici racconti. Nel 1922, mentre Murnau girava Nosferatu, Kafka scriveva una parodia di Dracula intitolata Il Castello. Lo stesso Dracula, grazie al confronto con I promessi sposi, finisce per rivelare a un livello esoterico un vampiro molto più temibile di quello che nomina in superficie. Alla fine dell'avventura, il canone della letteratura occidentale acquista riflessi decisamente inquietanti, ma nello stesso tempo, accorciate le distanze rispetto alla letteratura di genere, ci appare molto più divertente di quanto fossimo disposti ad amettere.