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Fonte significativa dal punto di vista storico e religioso, l'opera ci tramanda frammenti di antichi testi di divinazione, altrimenti perduti. Il volume, di eccezionale valore documentario - testimonianza tra le più curiose di letteratura oracolare - ci porta a conoscere i segni divini e la loro interpretazione, in un percorso di approfondimento della simbolica religiosa, fino alle origini dell'arte divinatoria nel mondo etrusco. Esempio concreto e tangibile di un percorso nelle credenze astrologiche, che parte dell'Etruria, attraversa Roma e si conclude a Costantinopoli, il testo sì può considerare come manifestazione sui generis di un'enclave di paganesimo sopravvissuta in epoca di piena diffusione della religione cristiana. L'opuscolo, sospeso su una terra di confine tra il resoconto antiquario, il saggio di letteratura apocalittica e il catalogo di miracoli e altri fenomeni sensazionali, ci trasporta in un passato ben diverso da quello dei testi classici che siamo abituati a leggere: ma proprio per questo il viaggio risulta ricco di fascino. Un'opera, in prima traduzione integrale, che conserva l'incantesimo del lessico primitivo tipico dei testi magici.