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Dall'epoca dei primi scavi archeologici, abbiamo imparato a conoscere i segreti delle case romane, le loro stanze, i loro giardini, le loro suppellettili, i decorativi affreschi illusionistici che le ornavano. Ma quali emozioni sapevano suscitare, queste case, e che pensieri, nell'animo di chi le abitava? Lo scopriamo attraverso questa antologia, che ci conduce (dopo l'esordio lucreziano sulle spelonche abitate dagli uomini primitivi) nelle case di Roma antica, di cui oggi vediamo solo le rovine, attraverso lo sguardo e l'immaginazione degli scrittori: case di severa, imperiale bellezza (come quelle di Plinio il Giovane, di Stazio, di Ausonio); o case semplici e contadine, come quelle che appaiono nei testi virgiliani o nel meraviglioso racconto ovidiano di Filemone e Bauci (non senza la stupefacente metamorfosi conclusiva della povera casa in un tempio d'oro e di marmo); case di campagna dove raccogliersi in una sorta di buen retiro, come la modesta e filosofica casa sabina di Orazio; case dove ritornare (come la villa di Catullo a Sirmione) o dove trascorrere una serena vecchiaia (come quella spoletina di Naucellio); case talora inaccessibili, dove abitano le donne desiderate dai poeti elegiaci (Catullo, Tibullo, Properzio); case progettate dal più grande architetto dell'antichità (Vitruvio); case divine e fiabesche, come quella descritta da Apuleio nella bella fabella di Amore e Psiche.