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Dai Robin della malavita inglese medievale alla furfanteria francese fra Cinque e Seicento, dalla vita dei ladri in India alle confraternite banditesche in Iraq e Iran. Il filo conduttore dei diversi contributi è costituito non tanto dalla storia delle diverse organizzazioni della furfanteria e del brigantaggio in Europa e in Asia, considerate nelle diverse epoche storiche, bensì dall'analisi della fenomenologia religiosa di una categoria certamente anomala di individui e di organizzazioni, sempre vissute ai margini delle rispettive società. E, almeno in parte, è costituito anche dall'analisi dell'immaginario collettivo che si è sviluppato intorno agli uni e alle altre, talvolta condannando e talaltra idealizzando. Si tratta dunque di una fenomenologia spirituale piuttosto complessa, che fino a oggi è stata assai poco documentata, certo per via della sua problematicità. Ma che anche in vista di una più ampia analisi comparativa, dev'essere culturalmente riconosciuta e affrontata, come già seppero coraggiosamente fare nel recente passato studiosi quali Walter Benjamin, Gershom Scholem e Piero Camporesi.