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Parigi, 8 agosto 1873. I fratelli Glady, editori noti al pubblico per le loro uscite galanti, danno alle stampe un libro di poesie, "Gli Amori gialli", di un giovane "pittore-poeta" bretone: Tristan Corbière. Pol Kalig, cugino ed emulo di Tristan, lo fa conoscere al simbolista Gustave Kahn (che a sua volta lo passa allo spleenetico Laforgue, suo amico) e a Léo Trézenik, direttore del "Lutèce", la rivista d'avanguardia della rive gauche a cui anche Paul Verlaine collabora e che proprio in quel periodo progetta di abbozzare, in pochi tratti sapienti, i ritratti di quelli che lui considera poeti assoluti, "assoluti nell'immaginazione, assoluti nell'espressione". Le monografie critiche, raccolte in volume l'anno seguente con il titolo Les Poètes maudits, ottengono un successo sorprendente e giocheranno, insieme ad "À rebours" di Huysmans, un ruolo determinante nella gloria nascente di Verlaine, Mallarmé, Corbière e di Rimbaud.