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In una Roma torrida e semivuota per le ferie d'agosto, Anna assiste impotente al suicidio del suo amante. Lo conosce da poco e ancor meno sa della sua vita, ma quel gesto per lei inspiegabile spezza il suo abituale autocontrollo, suggerendole solo di fuggire, di allontanarsi dalla casa dell'uomo. Per strada, sente qualcuno che la tallona: una giovane donna, colpita da un malore, le chiede aiuto. Anna è medico e non può sottrarsi, la conduce nel suo ambulatorio e poi nel proprio appartamento dove, per caso, scopre che anche la ragazza conosceva il suicida. Nel giro di poco, tra di loro si crea una sorta di complicità, basata più sui silenzi che sulle parole, sui dubbi e i sospetti reciproci che sulla fiducia.