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Oltre 40 studiosi presentano, nell'annuale congresso di Montepulciano-Chianciano le teorie sul contrasto otium-negotium già evidenziato dai classici come dissidio tra il tempo dedicato a sé stessi e quindi alla propria interiorità, alimentato dallo studio e dalla riflessione e l'impegno di un'attività economica spesso elemento di distrazione dalla possibilità di riflessione sul proprio io. Ovviamente con l'avvento del cristianesimo tale contrasto si evidenzia come dissidio tra vita attiva e vita contemplativa e nel corso del Medioevo viene ripreso già dai tre grandi della nostra letteratura che affermano anche la validità della vita attiva, se finalizzata a una progressiva ascesi dell'anima. Tuttavia su questo tema si genera un ampio dibattito nel corso del Rinascimento in virtù anche dello sviluppo dell'attività economica che viene valorizzata ed esaltata da alcuni umanisti, se costituisce una possibilità di arricchimento non solo del singolo, ma della città, e della vita contemplativa come estrinsecazione del fine ultimo dell'uomo non solo monaco, ma anche laico, che è la contemplazione di Dio.