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L'evoluzione della lingua italiana come lingua unitaria si fermò relativamente presto, nell'epoca medievale. Ciò, unito alla divisione politica e linguistica della Penisola e delle isole, determina una situazione da doppio versante: da una parte una lingua unitaria, colta che fissò le sue strutture molto presto grazie all'opera dei tre grandi scrittori del Trecento ma parlata solo a Firenze e altre città della Toscana; dall'altra parte ogni territorio aveva una lingua parlata propria o dialetto. Per queste circostanze la lingua italiana è più sintetica della lingua spagnola. Questa caratteristica della lingua italiana la accosta più al latino, una lingua essenzialmente sintetica, rispetto alla spagnola più analitica. L'idea del libro è quella di partire dalla prospettiva diacronica per illustrare ad oggi quali sono le principali differenze fra le due lingue e in questo modo contrastare e analizzare le differenze di uso e poter successivamente facilitare la comprensione dei diversi argomenti grammaticali fra le due lingue nel momento attuale. Differenze che si producono su tutti i piani della lingua: fonetico-fonologico, morfologico, lessicale e sintattico.