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A cavallo tra Otto e Novecento, quando centinaia di migliaia di italiani emigrarono per cercar fortuna nelle Americhe, furono pubblicate per loro numerose "guide" ricche di consigli e di informazioni su ciò che avrebbero scoperto al di là dell'Atlantico. Compilate da autori di diversa levatura e sensibilità linguistica, varie per formato e carattere, mirate alla tutela dei destinatari ma anche con scopi non sempre umanitari, tali pubblicazioni, se evocavano all'emigrante il miraggio americano, rivelano ai nostri occhi aspetti interessanti e poco conosciuti di una realtà complessa e talora amara. Tutti in America offre per la prima volta una rassegna e un'antologia delle più significative guide per le Americhe: Argentina, Brasile, Cile, Stati Uniti e Canada. Dai tascabili di poche pagine ai corposi vademecum, le guide preparavano alla partenza e al viaggio transatlantico, ma soprattutto alla vita nel paese di destinazione, con informazioni pratiche sul modo di comportarsi, i diritti e i doveri, le leggi dell'emigrazione. Da una parte le tante notizie sulla società, la geografia, il clima, le occasioni di lavoro che si sarebbero trovate nelle varie regioni, cercavano di promuovere una prima "americanizzazione" In chi stava per partire; dall'altra si richiamavano di continuo gli emigranti ai doveri verso il mondo lasciato alle spalle, esortando al mantenimento delle pratiche religiose, dei legami con la famiglia, dell'amor di patria. In modo analogo, mentre le guide incoraggiavano a studiare la lingua del paese di destinazione, dallo spagnolo all'inglese, nello stesso tempo la loro lingua ora vicina al parlato ora più tecnica e sostenuta, rafforzava quell'italiano comune che tutti, al di là dei dialetti d'origine, dovevano condividere in quel collettivo passaggio verso l'ignoto.