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"Il Convivio" è un saggio dottrinario composto da Dante Alighieri nei primi anni dell'esilio, ovvero tra il 1304 e il 1307. In quest'opera Dante si esprime per la prima volta in difesa del volgare, ritenuto superiore al latino quanto a bellezza e nobiltà. La prosa del "Convivio" raggiunge una solidità sintattica, un equilibrio compositivo ed una chiarezza espositiva non inferiori a quelle tramandate dal latino. Dunque Dante fonda la prosa filosofica in volgare in cui frequenti sono gli usi di metafore e similitudini, attraverso cui l'autore conferisce concretezza ed evidenza alle proprie rappresentazioni, anche a quelle più squisitamente teoriche. Questo, di Osamu Fukushima, è un dizionario etimologico che pone il latino e il greco al centro delle lingue indo-europee; su queste si fondano l'italiano, il francese, lo spagnolo, il tedesco e non ultimo l'inglese che sono qui comparati da vari punti di vista etimologici. L'opera è la prima indagine sulla storia, l'origine o l'etimologia delle parole del "Convivio" di Dante. Il testo affronta in modo diffuso argomenti grammaticali e sintattici come proprietà linguistiche nominali e pronominali quali persona, genere, numero e caso, proprietà linguistiche verbali come tempo, aspetto, modo e voce ed elementi sintattici come causativi, conversioni, un accusativo con un infinito e costruzioni impersonali.