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La storiografia non ha finora dedicato la meritata attenzione all'opera di Michelangelo Garove, rimasto in ombra per essere vissuto nel periodo in cui operava per i duchi di Savoia il modenese Guarino Guarini e negli anni immediatamente precedenti l'arrivo a Torino del messinese Filippo Juvarra, due artisti considerati a lungo figure totalizzanti ed esaustive nel panorama del barocco piemontese. L'attività garoviana si è rivelata invece ampiamente definibile attraverso l'analisi critica delle cospicue fonti documentarie individuate, alcune delle quali inedite. Attivo dal 1669, Garove lavora per più di quarant'anni a servizio dei duchi di Savoia, con diversi ruoli e competenze: egli è protagonista dei cantieri più significativi, a Torino e nelle residenze extraurbane dei regnanti e del ramo cadetto dei Savoia Carignano, cantieri fondamentali per la trasformazione in chiave moderna della capitale e del suo territorio: dalla Reggia di Venaria al castello di Rivoli, dal Palazzo Carignano al castello di Racconigi, dal palazzo per la Regia Università di Torino al Collegio dei Nobili. Nel volume, i capitoli tematici sono integrati e supportati dal regesto cronologico relativo alla vita e all'attività dell'ingegnere e dall'apparato iconografico, con la schedatura degli oltre quaranta disegni autografi.