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L'allungamento della vita in Occidente e la sua ineguale distribuzione, per fattori geografici, economici e culturali, nonché le differenze tra l'invecchiare in buona o cattiva salute invitano a un'urgente modifica degli assetti dei luoghi di cura e della stessa organizzazione sociale. Ma si è lontani da una revisione in un'ottica di prevenzione dei modelli sociali, lavorativi e di stile di vita. Le proposte di "invecchiamento attivo" pongono problemi di politiche sociali, prima ancora che di accoglimento della disabilità. Disabilità affrontata oggi in Italia soprattutto tramite erogazione monetaria anziché di servizi da parte dello Stato, come dimostra il fenomeno delle badanti. Gli autori sono professionisti attivi nei diversi ambiti e in istituzioni che concorrono alla tutela della salute.
