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Una traduzione perduta, un nobiluomo di spirito, un pericoloso poeta antico troppo affascinante per essere ignorato: sono gli elementi che tracciano i contorni di uno spaccato culturale del nostro Rinascimento nel quale letterati, accademie, alti prelati e circoli aristocratici si confrontano con la poesia di Lucrezio e il suo irresistibile messaggio materialista. Attraverso la lente di un episodio quasi dimenticato, questo libro indaga una costellazione di ambienti e personaggi toccati a vario titolo dall'ombra di Lucrezio sullo sfondo della Napoli del Cinquecento: è l'occasione per scoprire ancora una volta come, dietro i proclami di condanna per la filosofia epicurea, il De rerum natura abbia lasciato la sua impronta profonda su tutti gli attori della cultura italiana del tempo.