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Il "Libro discepoli e pigione (1341-46)", conservato nell'Archivio Salviati della Scuola Normale Superiore, è la più vecchia contabilità salariale di una bottega fiorentina mai ritrovata e l'unica per il periodo anteriore alla Peste del 1348. Tenuto dalla tintoria di Giunta di Nardo Rucellai, imprenditore e figura di rilievo nella Firenze di quegli anni, il registro costituisce una testimonianza preziosa per la storia del lavoro salariato in una delle principali città tessili dell'Europa medievale. Dietro la forma, a prima vista inestricabile, della scrittura contabile, il "Libro discepoli e pigione" contribuisce a far conoscere la vita lavorativa (e non solo) di una categoria di uomini generalmente anonimi: gli operai salariati.