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Il male è in ognuno di noi. Per esplorare questa terrificante idea, il romanzo segue le vite parallele dell'Hitler vero e di un Hitler fittizio e "buono". Quale sarebbe stato il corso della storia se l'8 ottobre del 1908 Adolf Hitler fosse stato ammesso all'Accademia di Belle Arti? Lungi dal ricostruire la storia del Terzo Reich, Schmitt duplica la figura del triste Cancelliere, gioca sull'artificio di due vite distinte che corrono in parallelo e getta una luce straniante e violenta sul retroscena affettivo, sessuale e caratteriale di un eccezionale egolatra che cerca di incarnare l'eroe nietzschiano. Sull'altro binario scorre la vita del pittore Adolf H., disgustato dalla Grande Guerra, il quale, trasferitosi a Parigi, frequenta gli artisti di avanguardia di Montparnasse, sposa un'ebrea americana e muore poi nel pacifico oblio di Santa Monica... In questa prodigiosa macchina scenica dal geniale ingranaggio costruito su un paradosso, Schmitt riesce ancora una volta a gettare nel lettore il seme del dubbio. Se fosse vissuto soltanto il pittore Adolf H. e non il suo mostruoso doppio seminatore di odio e distruzione, che cosa saremmo noi oggi?