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Se nel suo precedente "Vita a spirale" l'autore senegalese raccontava l'epopea di un gruppo di giovani e simpatici spacciatori di marijuana, in Ramata ci offre l'intenso ritratto di una donna africana. Il teatro delle vicende dei due romanzi resta lo stesso: un Senegal frastornato dalle sirene della modernità e diviso tra il sensuale richiamo di uno stile di vita più libero e la violenza e la corruzione delle società postcoloniali. Ramata è una donna bellissima, ma anche cattiva, vanitosa e infedele. Come può questa donna ricca e adorata essere tanto infelice? È a causa del doloroso passato di donna infibulata, oppure c'entra un omicidio di cui, pur indirettamente, si è resa responsabile?