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"La voce di una donna lucana di oggi, Lorenza Colicigno, fin dai primi versi di questo suo poema, "Canzone lunga e terribile", richiama a sé, travalicando oltre quattro secoli, la figura, il corpo e le parole, specialmente di un'altra donna lucana, Isabella Morra, distante appunto quattro secoli. Isabella aveva soltanto ventisei anni, e scriveva, e continuava a scrivere, disperate bellissime poesie, quando i fratelli, Decio, Cesare e Fabio semplicemente la pugnalarono, nel suo letto di fanciulla, nella solitaria Rocca di Favale, (oggi Valsinni), feudo della loro nobile e decaduta famiglia. Assassinata per ragioni "d'onore", si capisce, le più naturali per l'epoca, e le più labili: una lettera, sequestrata al precettore - lui stesso annientato insieme alla sua allieva, - una lettera che "forse" era stata indirizzata ad Isabella da Diego Sandoval de Castro, un cavaliere spagnolo, e poeta anche lui... Ma forse era stata invece la moglie di Don Diego, la bella Antonia Caracciolo, a scrivere quella lettera alla più giovane amica: che l'aveva presa, a modello ideale di grazia e fortuna, dedicandole versi innocentemente amorosi, e pieni di speranza". (dalla prefazione di Adele Cambria)