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Il catalogo, realizzato in occasione della mostra organizzata da Palazzo Magnani a Reggio Emilia, si propone di documentare il percorso creativo uno dei più interessanti protagonisti della pittura italiana del dopoguerra dagli anni Sessanta a oggi. Come ricorda, Sandro Parmiggiani, curatore della mostra e del volume, i pastelli per Forgioli rappresentano "l'intuizione prima, sorgiva, lo strumento con il quale lui si esprime con l'immediatezza e la freschezza di una mano che si fa sismografo di una memoria, di una visione interiore". Brani di paesaggio, persone, animali, umili cose (dalla bistecca alle scarpe da tennis e ai jeans), sono rappresentati da Forgioli al centro della superficie pittorica, sul palcoscenico di una sorta di "teatro della crudeltà" attorno al quale si danno il vuoto, l'assenza di ogni figura, attraverso un processo di strazio e di scomposizione, di disossamento dell'immagine, che rivela, mediante i bagliori, i grumi, le "anatomie del colore", le innervazioni di quel corpo messo a nudo nella sua segreta, più vitale struttura.