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Lasciando da parte virtuosismi ingegneristici, effetti spettacolari e uso esasperatamente metaforico della forma, i quattro progetti di Microrealities si preoccupano di inserire spazi pubblici, servizi e forme di intrattenimento dove normalmente non sono previsti. L'obbiettivo è stravolgere la percezione comune di una stazione come luogo di puro transito, di un centro commerciale come tempio del consumo o di un parco come piccola oasi di bellezza dedicata solamente al passeggio: funzioni uniche che sono da tutelare nei tessuti urbani vitali, come quelli dei centri storici, ma che catalizzano il degrado nelle zone marginali. L'idea è che tante piccole storie messe insieme, tante microrealtà rappresentative delle interazioni delle persone con il loro ambiente, possono creare storie più grandi e significative. I luoghi come i centri commerciali o i nodi di interscambio nell'infrastruttura urbana sono il crogiolo di una miriade di storie individuali in un vortice di movimenti quotidiani. Sono proprio le azioni delle persone che determinano l'identità di uno spazio. Il progetto propone visioni in cui, attraverso la riorganizzazione di potenzialità ed energie, si favoriscono le condizioni per attivare occasioni di incontro, di scambio, di condivisione, che caratterizzano i momenti di vita collettiva. È la creatività nei processi radicati in luoghi reali all'interno delle aree metropolitane di queste due grandi città, che fa nascere realtà più stimolanti.