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Il soggetto del lavoro percorre tutto il XX secolo, ponendo, attraverso lo sguardo di pittori, scultori, fotografi, grafici e cineasti, il problema della condizione degli esseri umani nella società industriale e post-industriale. Da quando il ritmo della macchina è diventato l'orologio dei comportamenti degli esseri umani, il "tempo moderno" ha investito l'arte dell'ultimo secolo sia arricchendola di nuovi contenuti, temi, soggetti, sia modificandone il linguaggio. L'essere della modernità è un essere-macchina che vive in una società di massa, caratterizzata dalla tendenza a un'assoluta omogeneizzazione di comportamenti e idee. Anche in questo contesto, la questione del lavoro è centrale: la meccanizzazione e poi automazione del lavoro lascia immaginare l'utopia della liberazione del lavoro, che però nel mondo reale si capovolge in disoccupazione e sottoccupazione. Il volume propone un itinerario di dipinti, sculture, disegni, fotografie, manifesti, video e film che, partendo da alcuni esempi delle figurazioni secondottocentesche del lavoro e dei luoghi del lavoro, dagli artisti francesi a quelli anglosassoni, attraversa tutto il XX secolo. Il libro è il catalogo della mostra curata da Germano Celant con Anna Costantini e Peppino Ortoleva, in occasione delle celebrazioni del Centenario della costituzione della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, CGIL.