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Nel suo capolavoro, "II mondo di ieri", Stefan Zweig ha raccontato la sua vita attenendosi a un criterio impersonale, mirando a costruire una visione dei rivolgimenti culturali del suo tempo ed escludendo nel complesso la sua sfera privata. Friderike Burger, prima consorte dello scrittore viennese, ha voluto completare il quadro delineando un ritratto del'uomo Stefan Zweig, dando vita a un racconto intimo della sua storia e della sua personalità, dove chi vorrà potrà rintracciare la genesi di tutta la sua opera, dalle prime poesie ai saggi, passando per le conferenze, i drammi, le biografie, fino all'ultimo lavoro, la celebre "Novella degli scacchi". Ma la parte più impressionante è probabilmente il racconto delle depressioni fisiche e morali del grande scrittore, la cui visione del mondo profondamente umanitaria e cosmopolita dovette subire le scosse di due guerre mondiali e il crollo di ogni speranza di redenzione. Friderike Burger sposò Stefan Zweig nel 1920. Nel 1938 i due divorziarono, ma il rapporto di grande affetto e di amicizia che li legava proseguì fino agli ultimi giorni dello scrittore, fino all'ultima lettera, colma di rassegnazione, inviata una settimana prima del suicidio: "[...] Io continuo il mio lavoro, ma solo con un quarto della mia energia; è piuttosto la continuazione di una vecchia consuetudine che una creazione vera e propria. Per convincere bisogna essere convinti, per incoraggiare gli altri bisogna avere entusiasmo: dove trovarlo adesso?".