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Un Haider ormai ubriacato dall'amaro calice del potere è davanti ai fanciulli (rampolli o bambini?) del suo partito. Ha inizio il comizio delirante. Pedofilia, antisemitismo, misoginia: la Jelinek mette in scena tutti i vizi, e nessuna virtù, del governatore della Carinzia. Il testo è una denuncia del neonazismo austriaco, un vero e proprio pamphlet nel ritmo della tragedia. Elfriede Jelinek (Mürzzuschlag, 1946), laureata in Storia dell'Arte e Storia del Teatro e diplomata in Organo al Conservatorio di Vienna, inizia la sua attività di scrittrice a metà degli anni Sessanta. È iscritta al Partito Comunista austriaco dal 1974 al 1991. Traduttrice dall'inglese e dal francese, ha vinto nel 2004 il Nobel per la letteratura.