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Questo libro è un ruggito contro la falsa credenza che vuole il punk, a vent'anni dalla sua comparsa, morto e sepolto. Con lo stile incalzante di un reportage d'avventura, con il linguaggio beffardo e irriverente della strada, è qui descritta la vivacità caotica del panorama subculturale londinese che restituisce il punk alla sua reale essenza fatta di volgarità, rozzezza, violenza, ma anche di spontaneità, di immediatismo creativo espresso fuori da qualsiasi regola e convenzione. Una critica feroce contro i cultori da museo della moda e della "cultura" punk che non risparmia neppure il suo massimo simbolo: la band dei Sex Pistols.