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Chissà se il moto del destino prende l'abbrivio dal configurarsi, spesso all'apparenza insignificante, dei più piccoli particolari, come timide gocce di rugiada che si cristallizzano su umidi steli, illuminate da deboli fasci di luce, capaci di filtrare tra le nubi del primo mattino. In "Il moto del destino", quattordicesima silloge di trenta liriche, lo scorrere dei versi vuol incitare a chiedersi quanto i pensieri, le scelte e le azioni possano coadiuvare nel cammino dell'esistenza, seppur disseminato di ostacoli, quasi sempre imprevisti.