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"La scrittura di Geo Vasile penetra con grandi capacità poetiche un periodo complesso che vede la fine del romanticismo e il nascere di fermenti nuovi, difficili e spesso complessi. I regimi totalitari che coinvolsero tutto il novecento sfaldarono certezze e negarono libertà. L'arte si trovò quindi a confrontarsi con il surreale, il metafisico, l'incertezza del sé e il desiderio spasmodico di luce. Geo Vasile poeta, italianista e critico, sia nella lirica che prosa incide l'animo e ci riporta autori che, "al gravitare" dei tempi, risposero cercando di trovare la realtà nell'impossibile, nel sogno, nella pazzia. L'autore che nella sua silloge di poesie pubblicata con i tipi della Lietocolle (Como, 2012) fa la parte di un Orfeo "maudit", mendicante in cerca del sublime, inteso come profondità abissale del bene o del male, ci offre una inaudita panoramica dei suoi tempi scandagliando nel profondo la lirica dei maggiori rappresentati del secolo, offrendo così al lettore un testo che viene a configurare storia, letteratura, poesia e suggestioni d'immagini di alto lirismo." (Patrizia Garofalo)