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La globalizzazione capitalistica ha sconvolto il panorama storico, politico e culturale in cui si erano formate la Destra e la Sinistra. Nonostante il crescente disagio a definire le differenze e le opposizioni, vi è come un'invincibile resistenza a lasciar cadere la dicotomia, certamente causata dalla legittima paura dello spaesamento e del sentirsi orfani di radici, identità e appartenenze. Occorre superare questa paura. La globalizzazione capitalistica ha infatti una natura di destra in economia, di centro in politica e di sinistra nella cultura, e sconvolge ogni dicotomia. Le nozioni di Destra e di Sinistra non hanno alcuna consistenza veritativa, ma si muovono in un mondo virtuale ed ideologico. In questo saggio vengono sottoposte a critica le posizioni di N. Bobbio sulla dicotomia destra/sinistra, di M. Revelli sulle nuove soggettività sociali comunitarie, di M. Tarchi sull'evoluzione della "nuova destra". Pur salvando le ragioni della memoria storica che hanno legittimato l'opposizione Destra/Sinistra, non ci si deve impedire di mettere a fuoco le nuove contraddizioni etniche, religiose, culturali e sociali provocate dall'inedito presente in cui siamo immersi.