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Diego Lanza e Mario Vegetti, importanti accademici, sono stati amici, e la loro amicizia filosofica ha influito molto sul contributo scientifico che hanno saputo esprimere. Solo una profonda amicizia consente una proficua dialettica, e la dialettica costituisce il lievito di ogni dinamica culturale. Lanza e Vegetti, storici del pensiero antico, sono stati anche - come ha rilevato Silvia Gastaldi con riferimento soprattutto a Vegetti - due filosofi. Hanno cioè saputo rapportarsi alla realtà non solo contribuendo significativamente ad allargare il proprio ambito specialistico, ma assumendo la realtà anche come un intero complesso, in cui la valutazione dell'elemento sociale e politico risulta imprescindibile, come ha rilevato Fulvia de Luise con riferimento soprattutto all'interpretazione platonica della Repubblica di Vegetti. Il loro pensiero è di una tale ricchezza che non può essere circoscritto nell'ambiente accademico. L'elemento umano, comunitario - come emerge, soprattutto per Lanza, dai ricordi qui presentati da Giusto Picone e da Gherardo Ugolini - che ha unito questi due studiosi per oltre sessanta anni, risulta una chiave importante per comprendere il loro pensiero.