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Scritti con la mano "intorpidita" - come direbbe Sante - e il cuore vigile. Nati così, ad ora incerta, senza un programma o un tema dominante. Sono notturni acquerelli metropolitani, interni di case di campagna con l'occhio che fugge rapido al varco salvifico del mare. Sono brevi note d'amore. Sono le epifanie della piccola Chiara, teneramente fotografata nel continuo miracolo della sua presenza nella vita di Sante e Delia. Ci sono sguardi di animali dai tratti umanoidi, dediche a compagni ancora prigionieri e ricordi di militanza. Memorie di stragi e Resistenza tradita dalla dimenticanza. Riflessioni su un presente di piombo cui sottende l'interrogativo se sia stato davvero peggiore dell'oggi quel tempo in cui il dissenso era il nemico pubblico numero uno.