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Era nato come album fotografico. Nulla più. L'autrice pensò di aggiungere "un po' di testo" alle foto, giusto per contestualizzare le immagini. Ma il percorso prese immediatamente una rotta diversa. Una genesi non programmata, dall'esito imprevisto. Un caso, si potrebbe definire. Le fu necessario, urgente, fissare quel fiume di ricordi che impetuosamente si riversò sulla tastiera. E siccome lo stava scrivendo per sé, e per nessun altro, il linguaggio è "liberamente colorito" - per dirla con grazia -, molti passaggi risultano ermetici, legati a personaggi indefiniti, apparentemente immaginari. Ma tutto è assolutamente reale, successo, vissuto; e fortuitamente traboccato in queste pagine, in una altalena di paure e gioie dirompenti e furibonde, ricalcando ogni singolo passo fatto. Chiusa in casa dal coronavirus, ha ripercorso un viaggio dell'anima e ne ha fatto un diario. Per sé e per chi ha voglia di immaginarlo.