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Gli autori pescano dal grande serbatoio dell'Archivio Storico del manicomio San Niccolò un'altra storia, quella di Giovanni Roy, che non fa parte della categoria degli ultimi della vita, anzi. Il Roy, infatti, è un pittore italo-tedesco di discreta fama che a buon diritto può essere definito un intellettuale mitteleuropeo con alle spalle lunghi soggiorni a Berlino e Vienna. Giunge a Siena nel 1910 e nel suo breve soggiorno incappa in un ricovero al San Niccolò. Alla base del ricovero il suo carattere impulsivo, ma anche l'infelice impatto con l'ambiente cittadino. Vivrà sempre il breve ricovero come una macchia insopportabile, tanto da impostare il resto della sua vita con lo scopo di togliersi di dosso quel marchio. A tal proposito pubblica libri, intenta processi, scrive lettere, il tutto con l'intento di montare uno scandalo che lo mondasse di quella "colpa". Ma alla fine l'unico che rimane schiacciato in questa operazione è proprio lui che, come tanti altri di più umili origini, viene alla fine "vinto".