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Fra tutti i temi inerenti all'esperienza umana, quello della guerra è fra i più trattati dalla letteratura, fino a costituire, come accade per il cinema, una sorta di genere. Forse principalmente per la sua cruciale, perdurante attualità in tutte le epoche. Ma anche in virtù della sua complessità, che ne fa un oggetto di rappresentazione fitto di implicazioni, tanto sul versante temporale che spaziale. La guerra traccia una linea divisoria tra un prima, un durante e un dopo, donde la pertinenza di opere dedicate all'approssimarsi di un conflitto, la frequenza dominante di quelle che mostrano il fenomeno bellico in pieno svolgimento, la ricorrenza di testi e narrazioni riguardanti i problemi dei reduci e più in generale le conseguenze. E questa cronologia è possibile percorrerla tutta in una stessa opera, o traversarla parzialmente, includendo un prima e un durante, o un durante e un dopo, se non addirittura un prima e un dopo. Peraltro la durata di un conflitto rischia talvolta di essere difficile da delimitare nei suoi confini, anche a seconda della sua natura e dell'epoca in cui esso si svolge: proprio la sua collocazione nella diacronia storica ne determina la fisionomia peculiare. Ma dipende poi dalla strategia dell'artista che intenda rappresentarla di sceglierne aspetti e prospettive da mettere in rilievo.