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Per lungo tempo, nella esecuzione dei mosaici, relegati al rivestimento pavimentale mentre le pareti venivano dipinte ad affresco, si è cercato di imitare la pittura o di darne l'illusione ottica, stuccando gli interstizi di tessere vicine di un determinato colore con malte di analogo colore. L'evoluzione verso un'arte musiva parietale, che dimentica l'imitazione della pittura, è stata, molto probabilmente, promossa dalla maggiore disponibilità di materiali e in particolare dal vetro, prodotto in una varietà illimitata di colori e toni. Proprio questa disponibilità avrebbe potuto spingere ancora di più verso la ricerca di una perfetta pittura "eterna", sfruttando l'estrema gradualità delle sfumature dei colori, ma questi raffinati materiali davano al mosaico nuove proprietà di riflessione e rifrazione della luce, diverse da punto a punto e messe in rilievo dalla irregolarità della superficie. Per queste caratteristiche, proprio mentre si poteva raggiungere la perfetta imitazione della pittura, nasceva invece un'arte diversa, realmente nuova, che poteva superare in bellezza quella del dipinto murale.