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Un racconto rapido ed essenziale, che coinvolge la vita di Ravenna nello sviluppo generale del Paese tra il dopoguerra e gli anni '70. La trama si sviluppa senza pretendere di riassumere i problemi dell'epoca e nemmeno tutti quelli della città in cui i fatti si svolgono. L'osservatorio è prevalentemente il porto con i suoi problemi di creazione in sviluppo. L'autore è quindi sempre tra le quinte con pretesa di esattezza ma non di completezza o di rigida obiettività; tanto più che è dichiaratamente associato ad una parte politica. Spesso la narrazione prende un ampio respiro: un episodio, l'indugio a descrivere una persona, alcune rapidissime notazioni critiche. È come l'affacciarsi discreto dei fatti allo scenario, è l'ambiente: visto volta a volta con amore e dispetto, con simpatia e rifiuto. Così si giunge alla fine, risolta in serena accettazione delle cose, anzi con un motivo di slancio verso l'avvenire. Una leggera vena d'umorismo corre lungo tutto il libro e lo solleva al di sopra della cronaca, rendendo assai piacevole la lettura.