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La più imperdonabile colpa di Berlusconi è avere accelerato una tendenza in atto: la riduzione dei cittadini a tifosi. Ciò comporta una serie di conseguenze negative, il precipitare della razionalità a vantaggio dell'istinto di appartenenza, l'obbligo a schierarsi all'interno di una logica Amico-Nemico, che il Cavaliere sollecita continuamente. La vera novità, il senso della rivoluzione berlusconiana consiste nell'aver calcistizzato la politica. Per lui, il calcio è molto più di una metafora, è una forma mentale, una concezione del mondo. In queste pagine, perciò, si gioca spudoratamente "alla Berlusconi", approfittando di ogni minimo pretesto per "buttarla in politica".