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Il libro si propone di ridare la voce a tutti coloro che del dramma iracheno sono protagonisti, e spesso vittime, in prima persona. Parlano le donne di Baghdad e gli studenti dell'università, i soldati dei contingenti occidentali e gli operatori delle Organizzazioni non governative accorsi per aiutare nell'emergenza. Attraverso le loro esperienze è possibile non solo comprendere le sofferenze e i drammi di un popolo uscito da decenni di feroce dittatura e da una serie di guerre sanguinose, ma anche registrare i mille segnali e le motivazioni etniche, geografiche e religiose della diffusa resistenza ai progetti di "liberazione" e "pacificazione" guidati dagli Usa.