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Ciò che milioni di morti hanno creato, compiuto e pensato non è morto con essi né sarà distrutto da ciò che i successivi milioni creeranno, compiranno, penseranno, ma continuando ad operare e a svilupparsi in essi con propria vitalità li spingerà verso una grande meta che essi stessi non vedono. Naturalmente questa continuazione di vita ideale ci appare solo come un'astrazione e l'influenza continuativa dello spirito dei morti nei viventi solo come una vuota immaginazione. Ma così solo ci appare perché noi non abbiamo sensi per percepire gli spiriti del terzo stadio nel loro vero essere che riempie e penetra la natura. L'uomo non vive sulla terra una ma tre vite. Il primo stadio vitale è un sonno continuo, il secondo una alternativa tra il sonno e la veglia, il terzo una veglia eterna. Il passaggio dal primo al secondo stadio vitale si chiama nascita; quello dal secondo al terzo si chiama morte. Il cammino che percorriamo dal secondo al terzo stadio non è più sicuro di quello per cui giungiamo dal primo al secondo. L'uno conduce alla visione esteriore del mondo, l'altro alla visione interna.