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Se la magia consiste nel modificare la realtà, non può stupire che essa, in quanto "Scienza dei Mutamenti", sia stata considerata in Estremo Oriente non solo una branca dello scibile umano, ma anche l'ultimo gradino della stessa esistenza e del suo percorso conoscitivo. E non è solo una questione orientale: se un sommo poeta è ancora chiamato in italiano "vate" è perché la capacità di vedere l'essenza delle cose e di richiamarla alla mente per mezzo della parola, tanto recitata quanto scritta, rende l'insigne letterato mago, profeta e "vaticinatore". A tale riguardo, il fenomeno medievale del "Virgilio Mago" non ha bisogno di presentazioni. I due romanzi qui presentati a completamento del saggio introduttivo, tradotti per la prima volta in una lingua occidentale, hanno per protagonisti due personaggi realmente vissuti, diversi fra loro per epoca e ruoli, ma uniti dalla loro formazione letteraria e accomunati dal folklore nella conoscenza delle pratiche magiche.