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Già allora blogger famosissimo, nel 2006 Han Han attaccava l'establishment letterario cinese. Ma la sua sfida alle istituzioni era iniziata almeno sette anni prima, quando l'autore, ancora adolescente, aveva scatenato una polemica contro la scuola cinese abbandonando gli studi e pubblicando un romanzo satirico che svelava con forza le contraddizioni dell'apparato educativo nazionale. Han Han, in quei 7 anni, era senz'altro diventato il portavoce più audace della sua generazione: quella dei figli unici nati nelle città cinesi all'inizio degli anni Ottanta con il lancio delle politiche riformiste e della pianificazione delle nascite. In quei 7 anni, sono stati molti gli scrittori che hanno raccontato l'esperienza "vera" della loro generazione, dando vita a un fenomeno popolarissimo che ha attirato in Cina un'incredibile attenzione. Scopo del presente studio è analizzare la parabola tracciata da questo fenomeno, indagando gli aspetti sociali e letterari che vanno dalla più recente evoluzione del campo letterario cinese ai problemi del sistema educativo nazionale, dalla costruzione dell'emergente "classe media" all'ideologia dell'industria culturale con "caratteristiche cinesi".