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Nicola Zamboni e Sara Bolzani, "scultori sociali", resistono. Non sono contaminati dalle mode, non hanno timore di non essere originali, il loro principale obiettivo è esprimere concetti universali con semplicità e umiltà. Entrambi, del resto, sono classicisti convinti e autentici: per loro, come già per Johann Joachim Winckelmann, «l'umiltà e la semplicità sono le due vere sorgenti della bellezza». E la bellezza, come ricorda sempre Zamboni, è «la più grande conservatrice della memoria». Le loro opere raccontano di uomini, di luoghi, di tradizioni; vivono a contatto con la carne del mondo e sono capaci di farci vedere in modo nuovo l'unico sogno possibile: la realtà.